Ogni giorno affrontiamo centinaia di decisioni, spesso anche inconsapevolmente.
Di fronte a molte di queste decisioni, dobbiamo scegliere se farci aiutare da qualcun altro e comprare la “soluzioni” al di fuori di noi, oppure se sbrigarcela da soli, magari imparando cose nuove. E, in questo secondo caso, possiamo chiederci: come si apprende oggi?
Proviamo a capire meglio la differenza tra questi due approcci a partire da quando eravamo ragazzi e avevamo a disposizione alcune “risorse”, fatte di conoscenza, i soldi nel portafoglio, il nostro tempo, le nostre energie, i nostri talenti, le nostre relazioni. E padroneggiavamo alcuni “processi”, fatti di competenze, modi di pensare, la nostra capacità di problem solving e di team working, e così via.
Insomma, se le risorse erano il “cosa” usavamo per realizzarci, i processi erano il "come" usavamo le risorse.
E ci ricordiamo bene che c’era chi di noi se la doveva spesso sbrigare da solo di fronte ai problemi, e chi era seguito da genitori molto presenti, che li scarrozzavano tra un’attività sportiva e l’altra artistica, e magari li aiutavano molto anche con i compiti a casa, e così via. E in questo modo, quanto spazio si lasciava a quei ragazzi per sviluppare i propri processi di crescita?
Vedete, non è tanto un tema di fornire solo le risorse, e quindi il corso di pallavolo e un mezzo per andarci per esempio, ma di favorire processi di apprendimento: attraverso quel corso, il ragazzo sta imparando il valore del lavoro di gruppo? Della socialità? Della preparazione?
Ecco, se ci guardiamo indietro, probabilmente sono state le attività più coinvolgenti, che spesso ci hanno messo seriamente alla prova, quelle che poi ci hanno fatto cresce e ci hanno fatto sviluppare i processi che ora ci consentono di realizzarci nel mondo.
Quelle dinamiche, che magari abbiamo osservato nella nostra gioventù e avevano a che fare con il sbrigarsela di fronte a problemi di sempre maggiore complessità, valgono anche nel nostro presente, sia quando abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di nuovo piuttosto che farcelo fare da qualcun altro, sia quando dobbiamo favorire la crescita di un collaboratore, un amico o un figlio.
Nel primo caso dovremo scegliere tra make or buy, a seconda che la competenza da sviluppare sia più o meno importate per noi. Nel secondo caso, quando favoriamo lo sviluppo di qualcun altro, potremo scegliere se fornirgli la soluzione o, piuttosto, stimolarlo con qualche buona domanda, che non fa mai male, parola di coach!
Se ti interessa approfondire il tema del make or buy, e di come imparare ad imparare, puoi leggere anche questo interessante articolo della Boston Consulting Group.
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